Filippo Ph

Le mie immagini... i miei pensieri


L'INTREPIDA

Ore due e quarantotto di domenica mattina, sono giá sveglio. Decido di andare. Alle cinque mi faccio un caffè, metto in tasca le ultime cento euro e parto, poi da lunedi si vedrá. Due ore abbondanti di viaggio quasi in solitaria, vista l'ora, unica eccezione la nebbia. Quando arrivo, Anghiari, mi ripaga del lungo tragitto mostrandosi in tutta la sua superba bellezza, e credetemi, è davvero tanta. Cammino sull"antico lastricato attraversando stretti e bui portici e vicoli che trasudano di storia. La gente è giá sveglia, mi saluta, mi fa star bene. Grazie Anghiari mi hai fatto sentire un intrepido tra gli intrepidi!

SPETTATORE STANCO


... e mi sedetti, spettatore stanco, su quegli scogli gnudi. Stanco del nulla di sempre, stanco del nulla che sarà. Ma come il sole che tramonta e poi di nuovo sorge anche i sogni, ogni mattina, prendono di nuovo vita. 


HO BISOGNO DI VEDERE


Per farlo trasporto il mondo all'interno di un mirino dove la gente, i luoghi e le cose si mostrano nudi e senza maschere. Mostrano le loro paure, le loro gioie, le loro sofferenze, la loro storia e anche i misteri in cui sono avvolti. È la mia fotografia. Una fotografia che non brama grandi successi, ma sa farmi star bene ogni volta che guardo in quel mirino e scattando lascio impressa una mia emozione sulla pellicola ormai, aime, virtuale. Questa è la mia fotografia e spero che possiate "vedere" anche voi.

DOMANI E' UN ALTRO GIORNO

... un fiorellino rosso nel taschino, ricordo, forse, di un amore finito o perduto. Lo sguardo triste e stanco ma allo stesso tempo consapevole. La faccia e le mani tirate dal tempo che gli pesa addosso come una lastra di marmo che, chi sa, forse ha lavorato anche lui. Domani è un altro giorno uguale ad oggi, uguale a ieri.


NUOVE SENSAZIONI, GIOVANI EMOZIONI

La sabbia solleticava la pianta dei piedi nudi. Avevo portato il mio amico in riva al mare per parlargli di te. In riva a quel mare che spesso raccoglieva I tuoi pensieri, I tuoi sogni e talvolta anche qualche lacrima. In riva a quel mare che con la sua brezza rimandava il tuo profumo. Gli dissi del tuo amore per lui, ma lo feci con parole lievi quasi insignificanti perche sapevo che il suo cuore era lacero, dilaniato da un dolore per molto tempo insopportabile. Lui volgeva lo sguardo su quell'orizzonte netto, formato da colori cosi decisi che la mente faceva fatica ad associare. Non parlò, ma una lacrima gli rigò il viso. Forse ne aveva spese cosi tante che fu l'unica ad inumidirgli gli occhi. Restò fisso con lo sguardo su quell'orizzonte, le labbra chiuse come a voler evitare di dire parole già dette e perse nel vento. Solo gli occhi lo tradirono... Si erano di nuovo accesi di speranza.


VECCHIO AMICO MIO

E' una mattina umida e piovosa, fa anche freddo, quel freddo che ti entra nelle ossa e risentirai da vecchio, anche se vecchio forse lo sei già. Mille pensieri ti affollano la mente mentre cammini sul vecchio lastricato che sembra fare da "red carpet" per gli alti portoni in legno ormai logori, ma che austeri infondono il ricordo del loro passato ricco e glorioso. Ad un tratto vieni colpito dall'ingresso di un osteria, è talmente vecchia sia nella facciata che nell'insegna che stenti a credere che possa essere ancora aperta. Entri titubante e agli occhi ti si presenta una scena fantastica: un bambino di nemmeno un anno viene tenuto seduto su di un tavolo circondato dalla mamma che lo imbocca e dalle due nonne che non lo perdono di vista un attimo. E poi c'è lui. Sicuramente il padrone di casa che alla mia domanda, un po idiota lo confesso, se è aperto, in tutta serenità mi risponde: "E altrimenti come saresti entrato?". Annuisco all'ovvietà e chiedo un caffè. Lui, sempre più a suo agio, e con una voce squillante continua ad infierire su di me: "Vedo non ti manca niente, la stazza ce l'hai. E aspetti anche una bimba" sogghigna passandomi una mano sulla mia ormai troppo prominente pancia. Poi come se nulla fosse stato detto mi chiede se sono fiorentino, io replico che sono pisano e in tutta risposta mi dice che a quell'ora era venuto freddo ma prima, alle 5,30, era più caldo. Ormai siamo amici, sembra anche di vecchia data. Gli chiedo se posso scattargli una foto lui annuisce e chiama anche la moglie... Ecco questo per me è il senso della fotografia, avrei potuto scattare altre cento foto ma sapevo già che lo scopo della giornata l'avevo raggiunto. La "Foto" l'avevo portata a casa!!! Ti saluto "Vecchio amico mio" e grazie per avermi regalato qualche minuto di un mondo che non c'è più.


IO SONO LE MIE SCELTE

Ho percorso migliaia e migliaia di chilometri su quella striscia d'asfalto solo con le mie Nikon, solo con i miei pensieri. Solo con la mia musica, ogni pezzo un ricordo, ogni brano un sogno da inseguire. Spesso a farmi compagnia il vento che soffiava gelido. Mi sono inebriato del profumo del mare, ho respirato l'aria fine della montagna e mi sono riempito gli occhi con i colori delle colline. Mi sono cibato di ricordi e dissetato con lacrime. Ho cercato Dio, o forse il suo contrario in luoghi abbandonati e lugubri, dove ho annusato la muffa e danzato con le mosche. Ho udito il tintinnio monotono dei campanacci del gregge traghettato da Caronte. Ho viaggiato per ore nel nulla piú assoluto, sentendomi talvolta guerriero altre fuggiasco. Ho riso, pianto, cantato e urlato a squarcia gola tutto il dolore del momento. Inseguo emozioni, o forse un istante che sia per sempre, un istante che assomigli a quel sorriso.



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